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DOMANDA
Qual è la reale differenza tra i concetti di iconografia, iconologia e iconoclastia?
RISPOSTA (30 gennaio 2016)
L’iconografia, l’iconologia e l’iconoclastia sono tre termini molto importanti all’interno degli studi della storia dell’arte, ma hanno un differente significato, a volte confuso. La parola iconografia deriva dal greco εἰκονογραϕία che sta a significare “rappresentazione figurata”, ed è quel ramo della storia dell’arte che si occupa dello studio delle opere d’arte antiche, moderne e contemporanee in relazione al loro periodo storico, esaminandone lo stile e la tecnica per capirne cosa effettivamente viene rappresentato, attraverso un’identificazione dell’immagine mediante il riconoscimento di simboli tradizionali o ricorrenti.

Una dimostrazione tangibile per comprendere appieno il fenomeno è dato, ad esempio, dall’iconografia dell’Immacolata Concezione nella storia dell’arte. La figura di Maria, a prescindere dall’artista che l’abbia rappresentata, conserva dei simbolismi e delle metafore universali quali sinteticamente: la luna a falce sulla quale Maria si erige, il serpente simbolo del male che viene calpestato, l’aureola, la specificità del colore dell’abito. Ciò che quindi appare essenzialmente differente è lo stile, la tecnica e il periodo storico nella quale l’opera d’arte si colloca.
Allo stesso modo, iconologia, è un termine che deriva dal greco antico, composto da: eikôn (“immagine”) e logia (“discorso”), ed è quel settore della storia dell’arte che si occupa di teorizzare e ricercare dei significati all’interno di simbologie cripte e di figure allegoriche nell’arte attraverso settori metodologici e scientifici. Un esempio è lo studio iconologico della figura della melanconia, descritta in sede teorica da Cesare Ripa (Iconologia, 1593).
Quindi l’iconografia si occupa della descrizione dei temi presenti nelle opere, l’iconologia ha lo scopo di interpretare gli stessi temi da un punto di vista più teorico e culturale.
 

L’iconoclastia (da greco: eikôn cioè “immagine” e klào “rompere”), è stato un movimento culturale, politico e religiosissimo sviluppatosi all’interno della cultura bizantina interno alla metà dell’VII secolo.
Alla base del complesso pensiero ideologico, fu la venerazione delle icone; comportamento che sfociò in una forma tangibile di idolatria o iconolatria. La lotta contro le immagini e l’impossibilità degli artisti di rappresentare la divinità, iniziò con Leone III Isaurico che ne vietò in maniera assoluta l’uso e la rappresentazione.
Durante il periodo iconoclasta, le figure del Cristo, della Vergine o dei Santi vennero rimosse dagli apparati ecclesiastici, distrutti e sostituiti con immagini simboliche di croci o semplici motivi floreali. Nel catino absidale della chiesa di Sant’Irene a Costantinopoli (odierna Istanbul) è raffigurato a mosaico una grande croce che poggia su di un basamento a quattro gradini. L’abbandono del periodo iconoclasta, si ebbe successivamente nei primi anni del regno dell’Imperatrice Irene (780-802), attraverso il concilio di Nicea nel 787, che sancì la fine delle persecuzioni e quindi anche la distruzione delle icone in favore della fazione iconodula .

consulenza a cura
del Dott. Fabio Petrelli
storico dell’arte gruppo artingout

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