Cristina Sodano Artista biografia e opere d'arte
Cristina Sodano – Artista
Opere d’Arte di Cristina Sodano
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Biografia di Cristina Sodano artista (Redazione Artingout)

Cristina Sodano (Napoli, 1977), è un’artista italiana contemporanea. Nasce da genitori entrambi architetti con una forte passione per l’arte, la madre insegnante di materie artistiche e il padre insegnante di discipline geometriche. L’ambiente familiare influenza non poco la sua già spiccata propensione creativa. Cristina Sodano mostra più che un interesse per l’attività artistica già in età prescolare e verso la metà degli anni ’80, in età preadolescenziale, inizia ad approfondire in modo sistematico il tema del ritratto e della figura umana, tema che diventerà uno dei punti cardine della sua produzione. Questa dedizione all’arte la porta a scegliere gli studi superiori in Arte. E’ il periodo del liceo. Nel 1990 si iscrive al Liceo Artistico Statale di Napoli. Negli anni del liceo frequenta con particolare interesse il corso di figura disegnata con il prof. Errico Ruotolo trovando nell’esecuzione del tratteggio del maestro una fonte d’ispirazione che influenzerà buona parte della realizzazione del disegno dal vivo. Sarà poi con il prof. Di Caterino che approfondirà la tematica del volto umano. In questa fase di studio e crescita la Sodano sperimenta diverse tecniche e stili pur riconoscendo in se stessa una forte passione per il disegno. Nel periodo degli studi, oltre a una produzione personale, esegue copie liberamente tratte dalle opere dei grandi maestri della storia dell’arte come Botticelli, Michelangelo, Hayez, Ingres e Fragonard. E’ ben visibile nel lavoro di questi anni adolescenziali la ricerca di una propria identità sia nel mondo dell’arte che nella vita personale. Nella Sodano si riconosce immediatamente una naturale “personalità” artistica contemporanea che la distanzia dall’essere un mero esecutore artigianale. Mostra chiaramente di possedere quella capacità visionaria tipica dei creativi e la sua è una modalità di esecuzione decisamente “gestuale” anche nella figurazione classica e si evidenzia chiaramente un desiderio di immediatezza della comunicazione attraverso il processo artistico. Per questo appare piuttosto naturale che, durante l’adolescenza, la Sodano rimanga affascinata dai pre-impressionisti come Manet, dagli impressionisti Monet e Renoir e dal post-impressionista Gauguin, sia dal punto di vista delle atmosfere percettive della loro produzione sia e soprattutto dalle loro biografie. E’ proprio quel fascino d’intreccio inscindibile negli artisti tra vita e arte, tra persona e ruolo che fa vibrare le sue “corde genetiche”. Nonostante il fascino suscitato dagli impressionisti non si ferma ad essi. L’artista è nel periodo della ricerca e dello sviluppo creativo, così sperimenta altre correnti come il surrealismo e l’astrattismo. La giovane Sodano studia, osserva, fagocita letture di ogni tipo, cercando di assorbire esperienza per trasformare quel complesso d’informazione in una costruzione personale del tutto originale.
Oltre la produzione artistica inizia uno studio personale anche nel campo della moda, disegnando abiti; una passione che la porterà, più in là nel futuro, a seguire il corso di modellistica presso la scuola di modellistica e cucito di Pomigliano d’Arco. Realizzerà poi modelli originali mai scollegati dall’ambiente più direttamente artistico. Nel 1994 iniziano gli anni universitari. Si iscrive alla facoltà di architettura presso l’Università Federico II di Napoli. Nel periodo universitario c’è una crescente propensione della Sodano artista verso una figurazione meno definita che aprirà la strada a una produzione più astratta con qualche accenno d’informalismo. Nel 2002 consegue la laurea in architettura e si trasferisce a Roma per il praticantato in uno studio di progettazione per poi abilitarsi alla professione di architetto nello stesso anno. Gli anni romani rappresentano un periodo di forte crescita artistica. Tra le numerose mostre che frequenta una in particolare, presso il Complesso Monumentale del Vittoriano, segnerà una svolta in questo momento della vita artistica della Sodano. È la mostra sull’espressionismo. Cristina Sodano incontra dal vivo le opere di Rottluf, Nolde, Heckel, Bleyl, Kirckner, Pechstein, Muller della “Die Brüke”, nonché i maestri Kandinskij e Marc del gruppo “Der Blaue Reiter” e rimane quasi folgorata dalla forza, dalla profondità, dall’esaltazione dell’impatto emotivo così ricercato da questi autori.
Nel 2003 termina il periodo romano e la Sodano torna a Napoli dove decide di aggiungere un tassello ai propri studi artistici. Nel 2004 si iscrive così all’Accademia di Belle Arti seguendo il laboratorio del maestro Salvatore Provino diplomandosi a pieni voti nel 2008. L’inizio dell’Accademia è anche il momento di una prima apertura al pubblico con alcune esposizioni estemporanee che le permettono di sperimentare il rapporto tra le proprie opere e nuovi “osservatori”. Nel solo 2004 le opere della Sodano vengono esposte in ben nove mostre d’arte tra le quali la “Biennale delle Arti dell’Unità d’Italia” presso il Museo dell’Opera della Reggia di Caserta e la “Nave dei Sogni” a Napoli presso Villa Hass nell’atelier dei Mazzella.
La curiosità e la voglia di conoscere porta l’artista a frequentare costantemente le mostre d’arte dei grandi maestri senza escludere i contemporanei e gli emergenti con i quali cerca sempre un confronto. Il tema del confronto rappresenta il centro focale di questo periodo dell’artista. La stessa Sodano dichiarerà di aver attraversato una fase di crisi artistica quando il suo “mondo visivo è sconvolto” dall’incontro con alcune opere di Gaspare Traversi e di Pablo Picasso. Cristina Sodano inizia una profonda autocritica. Ritiene che la propria competenza non sia sufficiente autodichiarando di voler migliorare, di dover apprendere ancora molto, credendo che quel futuro che si stava avvicinando fosse andato più lontano di qualche passo di troppo. Questo atteggiamento critico rappresenta una fase di crescita importante per l’artista, è un momento cruciale per chi, come la Sodano, ha dedicato la propria vita all’arte. Ogni crisi è sempre indice di un cambiamento e la capacità di affrontarla sarà determinante per il futuro di un artista decidendo, per una sorta di “selezione naturale”, tra chi potrà essere realmente Artista (la A è volutamente maiuscola) e chi rimarrà un mero cultore dell’arte. Se oggi siamo qui a scrivere di Cristina Sodano è perché l’Artista ha superato ampiamente tale fase aprendo la strada a una nuova visione della propria produzione.
E’ la fase di una più decisa esposizione al pubblico e alla critica d’arte. Sono infatti più di centoquindici le mostre nelle quali sono esposte le opere d’arte della Sodano tra il 2004 e il 2017. Oltre le già citate ricordiamo, soltanto per indicarne alcune, “Il Viaggio” (2005) presso il Palazzo Comunale di Pompei, “La donna del mediterraneo: espressione di forza e fragilità” nella Sala Gemito del Comune di Napoli, la mostra itinerante “Al caro Giorgio Gaber” (2006) a Napoli, Roma e Milano, “Magma” (2006) presso le Sale del Chiostro di Santa Maria la Nova a Napoli, “Il Bacio” (2007) presso la galleria d’arte il Ponte a Nocera Inferiore (Salerno), “Mostra di Pittura di 4 Artisti” (2007) presso la Galleria Mediterranea Arte a Napoli, “Pittura Fresca” (2008) presso Castel dell’Ovo a Napoli, “NINA nuova immagine napoletana” (2008) presso la Galleria del Giardino dell’Accademia di Belle Arti a Napoli, “Fiera, P.IN.C. Parco in Comune” (2009) presso il Parco delle Cave a Milano, “Holos, etichette arte e Poesia” (2010) a Ora (Bolzano), “Un Pensiero per la Pittura” (2010) in occasione della rassegna cinematografica “Corto Globo” presso il Castello Doria ad Angri (Salerno), “Uniti nell’Arte” (2011) presso il Palazzo delle Aquile di Palermo, “Rosso Luce Nero e Tenebra” (2011) presso la Chiesa di San Michele dell’Arco d’Augusto a Fano (Pesaro-Urbino), “Le Regioni dell’Indeterminato” (2012) a Salerno, “Poseidon in Flora” (2012) presso la Pinacoteca Michele de Napoli a Terlizzi (Bari), “Giorni al Borgo” (2013) presso il Borgo di Montesarchio (Benevento), “Colori in Versi” (2014) presso la Biblioteca di N. Romeo Palazzo Lanza a Capua (Casterta), “Tra segno e luce” (2015) presso la galleria Kouros ad Aversa (Casterta), “Geometrie scomposte” (2017) presso Banca Mediolanum a Napoli.
Diverse le pubblicazioni dal catalogo delle “Biennale delle Arti dell’Unità d’Italia” (Domin Arte Editore), all’antologia “Il Viaggio” (Alabtros Edizioni), al “l’Io e il Trascendente” (Editrice l’Arca) fino a “La Libertà bene Comune” (Edizioni d’arte contemporanea) e oltre.
La produzione artistica della Sodano suscita un crescente interesse da parte di pubblico e critica e le sue opere si diffondono velocemente in numerose collezioni d’arte pubbliche e private. Tra le collezioni pubbliche ricordiamo l’opera in esposizione permanente presso la Capitaneria di Porto di Pozzuoli. Nelle opere della Sodano, dai suoi apprezzati ritratti alle opere più astratte e informali fino alle produzioni materiche, si evidenzia l’esaltazione del versante espressivo-emotivo con un tratto che richiama l’impeto gestualista. La visione della Sodano rimanda comunque a un neoconcettualismo in grado di reintegrare l’aspetto percettivo dell’opera con una attenta e ricercata simbolizzazione.
Anche la critica parla più volte di lei così per Rosario Pinto «Cristina Sodano sviluppa una linea analitica della forma intrecciando sensibilità proprie d’una antica tradizione monumentalistico – novecentesca, svolta in chiave purovisibilista, e scegliendo di non accedere alle logiche di orientamenti ‘magico-realisti’ che rimangono per lei come una sorta di orizzonte intravisto ma volontariamente evitato preferendogli una più fluida levità contenutistica», per Mario Lansione «[…] Sodano è un’artista destinata a sviluppare uno stile originale e personalizzato; certo è che possiede i requisiti per potersi distinguere nel complesso e variegato mondo dell’arte contemporanea […]», per Angela Della Corte «Nei suoi ritratti emerge il dialettico connubio fra pittura e architettura. La forte matrice segnica costruisce un’impalcatura architettonica di grande solidità sulla quale si stende una tavolozza cromatica intrisa d’emozione. Tra la forza del segno e l’immediatezza del colore, in un continuo gioco di equilibri, vince il sentimento, il racconto sincero, sfacciato, che osa andare al di là della patina del reale toccando le corde della passione.» e per Gianfranco Coppola «[…] la pittura di Cristina è un’esperienza intima e coinvolgente, sembra che lei attinga a una dimensione trascendente e spirituale. Ogni colore, pennellata assume un’evocazione psicologica e simbolica».
Alla fine del 2017 la Sodano evidenzia una particolare energia creativa che la porta alla creazione di un nuovo ciclo pittorico che prende il nome di “Identità“. Anticipano tale serie due tele, immediatamente inserite in una prestigiosa collezione d’arte, denominate “Protoumani”, figure antropomorfe che indicano un’origine della specie. Da questi Protoumani, opere davvero uniche e irripetibili per volontà dell’artista, la Sodano crea una discendenza, appunto le Identità. Si tratta di una serie di ritratti in tecnica a olio su tela nei quali l’artista utilizza alcuni parametri formali per esaltare il concetto di “uguaglianza” e “pari potenzialità” tra tutti gli esseri umani Così dimensioni delle tele, tendenza alla simmetria del volto, neutralità espressivo-emotiva, assenza di elementi decorativi aggiuntivi, fondo con una tendenza al mono-tono cromatico rappresentano parametri stabili di questa produzione. I volti ritratti appaiono altamente suggestivi, comunicativi, mai inquietanti e sempre accoglienti. Davvero ci troviamo di fronte a dei pezzi di una profondità rara. A tali aspetti formali si sovrappone poi il titolo dell’opera che identifica un “ruolo sociale” del personaggio ritratto, ruolo che tendenzialmente coincide con una professione ma che non necessariamente rappresenta la professione reale del soggetto. Questo espediente permette a Cristina Sodano di esaltare il concetto espresso nella serie delle Identità: la differenza tra identità personale, l’Io Sono, e le attribuzioni sociali. Chi siamo realmente, per quale motivo siamo cercati, riconosciuti e amati? Per l’abito che portiamo oppure per quello che davvero siamo. La Sodano investe così l’osservatore di un ruolo attivo nella costruzione dell’opera d’arte. Il personaggio ritratto, che potremmo essere anche noi in quanto la Sodano ritrae più spesso personaggi reali, non offre spunti per l’attribuzione sociale. Senza il titolo quel volto è un “cellula staminale”, può essere e divenire tutto. Inizia così un gioco percettivo che coinvolge tanto l’artista in quanto esecutore, l’opera e l’osservatore. Con le Identità la Sodano apre una strada importante e di un’intensità artistico-concettuale in grado di tracciare un solco visibile nell’arte contemporanea.
Ad agosto 2018 la Sodano aderisce ad “Art Opportunity” un progetto per promozione della cultura degli investimenti in arte che porterà a un importante evento espositivo a Milano entro maggio 2019.
Cristina Sodano rappresenta così un tassello di altissimo interesse, capace di suscitare l’attenzione di pubblico attento e sensibile e di quel raffinato collezionismo in grado di vedere nella contemporaneità il prossimo futuro della storia dell’arte.

text-revision in data 28 luglio 2018

a cura di Redazione Artingout,
prima stesura 13 ottobre 2017

come citare questa fonte:
Artingout Redazione (2018)
Cristina Sodano. Biografia Critica. Text-Revision 2018.
artingout.com, 28 luglio 2018

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  • Artingout Redazione (2017) Cristina Sodano. Biografia Critica. Artingout.com, 13 ottobre 2017