Nicola Santarelli - artista contemporaneo
Nicola Santarelli – Artista
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Biografia di Nicola Santarelli
Nicola Santarelli nasce a Roma il 25 agosto del 1959 in un “culla” d’arte da genitori entrambi artisti ed insegnanti di pittura. Apprende le tecniche del disegno e della pittura proprio dai genitori che gli offrono così il suo battesimo artistico. Il periodo iniziale è quindi centrato sul figurativo ma l’artista delega da sempre all’impatto cromatico il compito di trasmettere informazioni emotive all’osservatore. Frequenta nei primi anni dell’attività artistica, artisti come Paolo Giorgi. Le sue opere partecipano a diverse mostre e collettive e nel 1979 vince il concorso Gabriele D’Annunzio. Negli anni ottanta frequenta pittori della scuola romana. E’ il periodo della transizione, della ricerca di una nuova identità artistica e, nelle sue opere, cresce con sempre maggiore evidenza ed insistenza creativa la ricerca del colore come esperienza.  I disegni e le forme del figurativo iniziale sfumano gradualmente passando sullo sfondo mentre emerge l’essenza del colore che diviene la figura protagonista delle sue opere. Il colore, come in una corea cromatica, muove l’intera produzione e ritma la composizione artistica di Nicola Santarelli. Inizia quindi il processo che porterà alla destrutturazione dell’impalcatura artistica geometrica verso una forma d’arte quasi primordiale, gestuale, ritmica. L’azione cromatica quindi appare sospesa scissa da ogni legame con i corpi, diventa radiazione, frequenza libera della luce; chiara trasparenza dell’universo inteso come un continuo processo dinamico in cui tutto può essere reso visibile quando illuminato da una nuova conoscenza, una nuova chiave di lettura.  Linee e colore concorrono quindi a dare un nuovo senso del ritmo, ad offrire la visione di un moto perpetuo. Così nella composizione di Santarelli esplode la danza, che diverrà una costante delle sue opere, anche quando non esplicitamente espressa. Per Santarelli la danza e la musica sono intrecci senza soluzione di continuità, sono un incedere di emozioni primitive potenti e naturali, parti integranti di un unico sistema, di quell’universo costruito di perfetti equilibri a cui l’artista volge sempre lo sguardo.  Nel corso della vita artistica Nicola Santarelli collabora per alcune testate giornalistiche, dove realizza lavori di grafica ed illustrazioni e con uno studio fotografico per la realizzazione pittorica di lavori pubblicitari.  Dal 2000 riprende a concentrarsi con maggiore insistenza sulla produzione artistica ed inizia la ricerca di più dimensioni grafiche. L’artista vuole in questo modo sollecitare l’immaginazione dell’osservatore, farlo diventare costrutture di quella realtà concettuale espressa nelle opere. L’interesse è quello di comunicare, nel senso più ampio di trasmettere l’informazione, che l’opera possa continuare a svilupparsi oltre i confini della tela. Il “quadro” diviene per Santarelli un “la” musicale, l’inizio di una sintonizzazione tra opera e osservatore che porterà ad un gioco immaginativo, ad una danza concettuale oltre lo spazio osservato. Nelle opere della serie fusioni composte da più tele questa volontà è esplicita ma è sempre presente anche nelle opere a tela unica in cui la sensazione principale è che il quadro sia soltanto una porzione di una più ampia realtà organizzata.  Nel 2005 c’è l’incontro con lo psicologo e scienziato italiano Marco Baranello fondatore delle teorie emotocognitive con cui inizierà una collaborazione intellettuale, uno scambio d’informazioni, una discussione continua che intreccia arte e scienza come punti di osservazione di una realtà condivisa e non scindibile e che porterà Baranello a scrivere più volte di Nicola Santarelli definendolo “come il primo rappresentante di una nuova arte emotocognitiva in ambito pittorico”. Nel 2009 partecipa alle attività culturali dell’associazione “In Tempo” frequentando pittori del calibro di Ennio Calabria, Mario Moretti, Franco Ferrari, Nunzio Bibbò.

a cura di
REDAZIONE ARTINGOUT
Novembre, 2011
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