Roberto Greco pittore artista scultore
Roberto Greco – Artista
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Nota Biografica di Roberto Greco (a cura di Artingout)

Roberto Greco è un artista pittore e scultore nato a Bengasi, da genitori italiani, nel 1936. Attualmente vive e produce presso il suo studio d’arte di Firenze. Roberto Greco ha una formazione multi-disciplinare in ambito artistico. Ha dapprima studiato pianoforte classico per poi dedicarsi  completamente all’arte visiva già agli inizi degli anni ’60. Si forma presso gli atelier di maestri e docenti delle scuole superiori d’arte e dell’Accademia di Belle Arti di Firenze, come Antonio Bueno e Siro Salimbeni, frequenta la Scuola di Nudo ed è stato allievo del Maestro Osman Lorenzo De scolari per le arti figurative.
Oggi possiamo collocare la produzione di Greco nell’ambito dell’arte informale di tipo materico con tratti espressionisti ma questo, per Roberto Greco, è un tassello del suo più complesso e variegato iter artistico. Il maestro inizia a dedicarsi all’arte partendo dalla figurazione e sperimentando diversi stili e tecniche pittoriche. Ancora si possono trovare i suoi splendidi acquerelli, i paesaggi, i ritratti, le nature morte. L’artista quindi non si improvvisa nell’astrattismo, come fin troppo spesso accade oggi, ma integra, come ogni grande maestro della storia, la sapiente capacità tecnica alla naturale dote creativa. L’informalismo, l’astrattismo e l’espressionismo astratto e informale sono quindi frutto di una scelta chiara e consapevole maturata da una nuova necessità espressivo-comunicativa del maestro. L’arte “informale” permette oggi a Roberto Greco di creare una sintesi della propria esperienza, globale e complessa, e offrire una visione ampia della propria realtà creativa.

Marco Baranello (2016) ritiene che “Per comprendere appieno l’arte di Roberto Greco dobbiamo necessariamente conoscere l’artista, la sua visione, il suo modo di creare ma anche la sua gestualità di fronte al supporto scelto”. Roberto Greco inizia con un gesto tracciando un segno che diviene il principio. Il progetto del maestro, l’obiettivo dichiarato, è cogliere ciò che è immanente nel pensiero ma che ancora non è stato trasformato in oggetto condivisibile. Il movimento del pennello, così come l’inserimento e le curvature delle materie, sembrano quasi casuali, per alcuni quasi insensate, esattamente come la vita di ognuno alla nascita è soltanto l’inizio di un viaggio di scoperta e ricerca del senso ma ancora non è definita e compiuta. Roberto Greco, nell’atto del creare, si immerge completamente in ogni dettaglio e sembra vivere, mentre lo riproduce, un intreccio di rumori, un miscuglio di colori e materie tra loro apparentemente non connessi. Poi si alza e si allontana, osserva, aspetta e torna a manipolare quell’opera. Quell’apparente confusione prende forma e senso, quell’intreccio di rumore diviene sequenza melodica, quella confusione si trasforma in ordine. Ogni tassello è ora al suo posto, in equilibrio perfetto, in armonia con se stesso e con l’ambiente, quell’opera è viva, quell’opera è diventata arte in grado di superare le barriere del tempo e di vivere in piena autonomia, indipendentemente dal suo creatore, quell’opera è!

Chi conosce l’entusiasmo dell’artista per lo studio e la ricerca creativa si troverà d’accordo con Giampiero Iacopini (2009) quando afferma che “porsi davanti a una tela bianca è sempre, per Roberto Greco, l’inizio di una piacevole avventura”.
Per Gilberto Madioni (1993) “la pittura di Roberto Greco è un’epressionismo informale fatto di immagini rapide, di colore “materico”, ed è proprio la cromia forte, decisa, brillante e di trasparente luministica, che ci colpisce, ci attrae e ci interessa” e continua “C’è quel mistero, quella profondità e struggente sensazione della musica, senza presenza di uno spartito”. Nelle parole del Madioni “sensazione della musica, senza presenza di uno spartito” crediamo ci sia il nucleo centrale dell’opera di Roberto Greco. L’artista coglie una sequenza musicale universale completamente libera non imbrigliata nelle matematiche leggi di uno spartito ma sempre e comunque perfettamente armonica. Così come sottolinea Gabriella Gentilini (2009) Roberto Greco “ci racconta di noi e del nostro universo vitale, senza mai staccarsi dai suoi celeberrimi simboli iconografici […] che come note musicali si dispiegano a comporre le sue sinfonie dipinte”. Nelle opere dell’artista, come fa notare Domenico Pugliese (1997), “spesso appaiono delle sfere che possono essere benissimo o il sole, o la luna, ma con la libertà di interpretazione che la sua nuova pittura permette, possono essere dei segni emblematici che introducono verso simbolismi di vita o richiami ad entità astratte”. Riccardo Nencini (2009) percepisce le opere del maestro Roberto Greco “lontane dal decorativismo di cui talvolta si è nutrita anche l’arte informale, libere e allo stesso tempo rigorose nell’essenzialità della composizione, brulicanti di luce, pronte a svelare le notture intimità dell’essere”. L’arte di Roberto Greco immerge l’osservatore in una realtà nuova e destabilizzante ma allo stesso tempo familiare e accogliente, così per Franco Manescalchi (2004) “rimane perciò, nel fruitore, un senso di coinvolgimento in uno spazio mentale di calde cromie, dove i cromatismi sono sia musicali che coloristici e dunque danno luogo a sinestesi per la sonorità/solarità dei colori, dove la deflagrazione delle emozioni si ricompone in una disposizione musiva delle forme”. Hanno parlato di Roberto Greco numerosi esponenti dell’arte e della cultura tra i quali ricordiamo, oltre i già citati, Gerardo Gelardi, Tommaso Paloscia, Dino Pasquali, Aurelio Ragionieri, Paolo Sfogli, Romolo de Martino, Alessandro Tempi, Nicola Nuti, Paolo Castellucci e Mario Lucci.

Roberto Greco ha esposto in numerose location di prestigio già a partire dai primi anni ’70. Lo vediamo nel 1971 presso la Galleria Cennini di Firenze per poi ricevere, nel 1976, il primo premio al concorso Nazionale dei Maestri Fiorentini ed arrivare nel 1983 alla Ken’s Gallery. Tra le sue opere pubbliche ricordiamo il murales presso lo Stadio Franchi di Firenze (1984). La sua partecipazione a rassegne e fiere d’arte nazionali e internazionali è incessante fino ad entrare nel nuovo millennio con esposizioni presso sedi di arte e cultura come, solo per citarne alcune, Palazzo Panciatichi (Firenze, 2004, 2006 e 2008), Accademia Musicale d’Arte di Firenze (2005), Palazzo Cerretani (Firenze, 2006), Galleria 18 (Bologna, 2006), Galleria Sartori (Mantova, 2006), Galleria Marte (Pistoia, 2007), Galleria Alanda Arte (Carrara, 2007), Sede Provinciale di Confartigianato Imprese Prato (2009).

Le opere di Roberto Greco sono inoltre inserite in annuali, cataloghi e riviste d’arte come l’Annuario Comanducci (1984); Catalogo Generale Arte Mondadori (1992); Accadde in Toscana Vol. 3, di Tommaso Paloscia (1997); Rivista mensile Arte Mondadori (dal 1998 al 2004); Uno sguardo sull’arte del Novecento di Gabriella Gentilini (2007); Annuario d’Arte Moderna e Contemporanea, Acca Edizioni (2016); Catalogo d’arte permanente online artingout.com (2016).

Non possiamo concludere senza citare ancora Gabriella Gentilini (2016) quando, guardando la storia del maestro Roberto Greco, così sintetizza “Cinquant’anni d’arte, quella veramente con la A maiuscola, quella fatta di talento, cuore e ingegno. Un bel traguardo, ma come per tutti i grandi Maestri, mai un punto d’arrivo”.


Artingout Redazione (2016)

Roberto Greco – Biografia Critica
artingout.com, 9 maggio 2016 


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